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Alcuni docenti della magistrale di Lingue e culture al Salone Internazionale del Libro di Torino insieme a Marco Berry

Giovedì 10 maggio al XXXI Salone Internazionale del Libro di Torino la prof.ssa Luisa Giacoma, associato di Lingua e traduzione – Lingua tedesca all’Univda presso la laurea magistrale in Lingue e culture per la promozione delle aree montane, ha condotto Appunti dal margine, aprendo così il ciclo di incontri organizzati dal Concorso Lingua Madre.

Nel corso della giornata la prof.ssa Luisa Revelli (ricercatrice in Linguistica italiana all’Univda) e il prof. Daniele Comberiati (direttore della rivista Crocevia) si sono alternati in questo approfondimento dedicato agli sconfinamenti nelle lingue “altre”: non più confini nazionali, ma orizzonti culturali, non più punti di partenza e di arrivo, ma stazioni di transito. Insieme a loro Marco Berry, unitosi agli altri relatori per raccontare la sua esperienza di Invisibiliprogramma televisivo che ha permesso di raccontare le persone da un punto di vista diverso. Anche grazie a questa trasmissione invisibili è diventato un neologismo per definire tutte le persone che vivono ai margini, ma i cui vissuti sono colmi di dignità e necessitano di essere conosciuti e raccontati.

Daniele Comberiati ha presentato il periodico che da diversi anni dirige – dedicato a scritture straniere, migranti e di viaggio – e la nuova collaborazione con il Concorso Lingua Madre consistente nella pubblicazione di racconti e testimonianze inedite delle autrici.

Luisa Revelli ha evidenziato le complesse dinamiche che sottendono l’utilizzo di una lingua “altra” rispetto alla propria lingua madre. La lingua è anche “spazio” di contaminazioni, dove l’incontro con l’alterità diviene possibile, ha sottolineato Luisa Giacoma. Ne è un esempio il prestito linguistico, vero e proprio fenomeno di arricchimento, ampliamento, superamento dei confini. I prestiti dimostrano che il mondo appartiene a tutti/e e a nessuno/a, ha aggiunto Luisa Revelli, le parole viaggiano e sono in grado di abbattere barriere linguistiche.

Gli intervenuti hanno anche cercato di rispondere ad alcuni quesiti posti dal #SalTo18 “Un giorno, tutto questo”; in particolare: “Che cosa voglio dall’arte?”, cui ha risposto Comberiati parlando di un desiderio e di una ricerca di “innovazione” culturale e letteraria, anche nella tradizione – e “Chi voglio essere?” a cui ha risposto Luisa Giacoma, ribadendo l’importanza del confronto con l’altro/a per scoprire qualcosa della propria identità.

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