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Negli anni ’30 di fronte alla crisi delle democrazie e degli stati liberali travolti dalle dittature in Europa si sviluppa, grazie all’opera di Barrington Moore un ‘approccio storico, comparato, di lungo periodo dell’analisi delle trasformazioni sociali che hanno segnato il passaggio dalle formazioni statali preindustriali a quelle industriali.
Come è stato recentemente notato, ogniqualvolta i modelli di riferimento analitici e valoriali sono stati messi radicalmente in discussione da eventi storici, politici e sociali non previsti da coloro che di volta in volta hanno avuto, da punti di vista differenti, scientifici o pratico-politici, un ruolo di direzione nei processi di modernizzazione, si è aperto uno spazio concettuale nuovo, la sociologia storica, appunto, che si connota come un approccio particolarmente adatto ad indagare i momenti di crisi, di transizione, di mutamento strutturale.
Nuovamente, durante la crisi degli anni ’70, periodo in cui si consuma la crescita e lo sviluppo materiale e civile del dopoguerra, la sociologia storica è riapparsa con analisi che hanno offerto alla comunità scientifica strumenti di indagini ormai imprescindibili, quali ad esempio il concetto di economia-mondo.
A partire dalla seconda metà degli anni ‘90, in sintomatica concomitanza con le crisi borsistiche che hanno caratterizzato l’esplosione di differenti bolle speculative (la crisi messicana del 1995, la crsi asiatica del 1997, la bolla della net economy del 2000) nuovi modelli interpretative hanno arricchito e e reso sempre più complesso e dinamico il bagaglio teorico della disciplina che si è ormai affermata nei paesi anglosassoni come uno fra gli strumenti più potenti nell’analisi dei fatti sociali, guadagnando prestigio intellettuale e accademico e un vasto consenso di pubblico.
Il presente progetto di ricerca intende indagare e presentare in forma scientifica i vari modelli che hanno caratterizzato le vicende e l’affermazione stessa della disciplina, ripercorrendo la strada che a partire dalle analisi classiche di Marx e Weber ha portato alla individuazione di modelli molto differenti come quelli di Polany, di edi Barrington Moore, a quelli di Braudel e di Wallerstein fino alle ultime proposte di Arrighi, di Beverly Silvers e dei vari ricercatori collegati al Fernand Braudel Center dell’Università di Binghampton nello stato di New York.
In particolare, la ricerca intende vagliare la capacità esplicativa dei vari modelli attraverso un loro esame comparato. Successivamente si vuole costruire una sorta di strumentario concettuale ma anche empirico, ovvero una sistematica analisi delle fonti storiche e sociologiche maggiormente utilizzate dau vari modelli interpretativi. Infine si vuole verificare e testare la capacità interpretative di questi modelli provando, in termini creativi e originali, a confrontare analisi e previsioni globali relativamente ad uno spazio socio storico definito come quello italiano nella tarda età moderna.
Progetto di Facoltà
18,19,20,21,22,23
Facoltà di Psicologia
La ricerca intende rispondere alle seguenti domande:
[estratto dal Progetto Operativo 2009]
Progetto di Facoltà
Facoltà di Scienze della Formazione
L’esperienza migratoria caratterizza ormai strutturalmente la società contemporanea. La presenza di migranti provenienti da paesi e culture anche molto distanti da quella del nostro paese innesca processi di confronto intergruppo, di acculturazione (sia dei migranti, sia del paese ospitante, Berry et al., 2003), di pregiudizio e insicurezza sociale. Gli studi della sociologia e della psicologia sociale, oltre che esplicitare le rilevanti conseguenze politiche e sociali di questi processi, hanno messo in luce negli ultimi anni la stretta relazione tra i comportamenti dei migranti con quelli dei gruppi sociali autoctoni, sia i contraddittori esiti che le diverse politiche possono avere su questi due gruppi: da una parte l’atteggiamento ed il comportamento dei migranti è funzione di quello del gruppo autoctono (Phinney et al., 2001); dall’altra parte uno specifico atteggiamento sociale dominate (assimilazione/multiculturalismo) innesca opposti processi (integrazione/pregiudizio) nei gruppi di maggioranza e minoranza (Verkuyten, 2005).
Nel contempo gli studi su questo fenomeno hanno messo in luce risultati contrastanti sulla relazione tra migrazione, salute e rischio: alcuni studi hanno evidenziato che gli immigrati riportano maggiori livelli di comportamenti problematici (Atzaba-Poria, Pike, e Barrett, 2004), altri hanno mostrato che la condizione di immigrati non costituisce un fattore di rischio e non vi sono differenze tra immigrati e non (Guarnaccia e Lopez, 1998), altri ancora hanno provato che gli adolescenti immigrati riportano minori livelli di comportamenti problematici (Acevedo-Garcia, et al., 2005).
Il progetto di ricerca si propone di condurre studi paralleli su adolescenti, famiglie ed adulti italiani e migranti, nel contesto italiano ed in quello valdostano, per analizzare come nel nostro particolare contesto socio-culturale questi processi si sviluppino, a partire dai principali modelli teorici contemporanei, con una particolare attenzione ai progetti di vita dei migranti e lo studio, in generale, dei corsi di vita della popolazione.
Metodologie utilizzate: Studi quantitativi correlazionali e longitudinali; studi qualitativi con focus group ed interviste semistrutturate; analisi di dati già in possesso del gruppo di ricerca e di banche dati pubbliche.
Obiettivi: La ricerca si propone, oltre che verificare strumenti internazionali di rilevazione nel contesto italiano (identità sociale e culturale, pregiudizio, rischio, ecc), l’analisi dei fattori contestuali (economici, sociali, culturali) che influenzano i processi di integrazione dei migranti in diversi contesti territoriali; l’analisi degli effetti contradditori delle politiche migratorie su identità e pregiudizio; la rilevazione dei principali fattori di rischio e protezione della salute nella popolazione migranti; lo studio dei corsi di vita della popolazione, condotto attraverso un’indagine di natura essenzialmente quantitativa, delle traiettorie delle diverse sfere di vita – in particolare quella lavorativa – di cui si compongono le biografie individuali. Queste sono analizzate come segnate da episodi ed eventi socialmente definiti e rilevanti che sequenziano percorsi oggettivi e vissuti soggettivi, disegnando quelle che si definiscono “strutture di vita”.
Tipologia
Progetto di Facoltà
Sezione
18,19,20,21,22,23
Dipartimento / Facoltà
Facoltà di Psicologia
Part of the literature identifies the core constituency of radical right parties (RRPs) in the so-called “modernization losers”. But while analysing the social bloc supporting RRPs, the literature often treats the matter as a monolithic bloc rather than focusing on the different expectations of such a heterogeneous electorate. Our findings indicate that political attitudes and other social characteristics influence the voting behaviour in different ways depending on the voter’s social backgrounds. Our study indicates that while cultural nativism is a common trait of the RR electorate, economic nativism is a significant predictor only for small-business owners and production workers. Our results also indicate also that the significance of Euroscepticism and political distrust as predictors of a RR vote varies across social backgrounds. We conclude by highlighting the need for further research to differentiate within the RR electorate.
Il volume analizza la partecipazione associativa giovanile in Francia e in Italia collocandola nel più ampio contesto europeo e indagandone lo sviluppo storico. Dopo aver tracciato caratteristiche e tendenze del fenomeno, lo studio approfondisce le seguenti questioni: se le diseguaglianze sociali che caratterizzano la partecipazione politiche, in particolare nei partiti, si presentino anche nella partecipazione associativa; se, quando e in che misura si sia realizzata una transizione dalla partecipazione giovanile dalle organizzazioni politiche all’associazionismo, in particolare quello caratterizzato da impregno sociale e civile; se e in che misura i giovani percepiscano le associazioni come uno spazio di sperimentazione di iniziative politiche alternative a quelle tradizionali.
Cet ouvrage analyse la participation associative des jeunes en France et en Italie dans le contexte européen contemporain. Après en avoir dessiné les caractéristiques principales, cette recherche approfondit les questions suivantes : les inégalités sociales qui conditionnent la participation politique sont-elles encore effectives dans la participation associative ? Les jeunes perçoivent-ils les associations comme des espaces d’expérimentation politique alternatifs à la politique traditionnelle ?
Il capitolo analizza i programmi elettorali delle forze politiche che hanno partecipato alle elezioni politiche del 2013 e del 2018 al fine di tracciare un quadro dell’offerta programmatica dei partiti e della sua evoluzione. Mediante tecniche quantitative di analisi del contenuto e di cluster analysis, sono stati identificati 4 cluster tematici e 10 categorie tematiche rispetto alle quali sono state posizionate le forze politiche e le coalizioni in entrambe le competizioni elettorali, indagando le trasformazioni intervenute.
Il capitolo analizza la distribuzione territoriale del voto alle elezioni politiche del 2018. Dopo aver analizzato la partecipazione al voto nella generale tendenza al calo che tuttavia si differenzia territorialmente, si approfondisce l’indagine di quello che emerge come un “tripolarismo imperfetto” in termini di distribuzione territoriale del voto. Il capitolo si conclude con l’analisi dei cleavages urbano/rurale e centro/periferie delle grandi aree metropolitane del paese.
Il capitolo analizza la rilevanza, nelle elezioni poiltiche del 2018, dei clevages socieconomici. Sono quindi indagati i blocchi sociali che sostengono le coalizioni e le principali forze politiche.
Il capitolo analizza la domanda elettorale considerando il posizionamento degli elettori rispetto ai grandi temi della campagna elettorale delle elezioni politiche del 2018 ed evidenziando gli argomenti maggiormente divisivi e, al contrario, quelli che vedono una maggiore condivisione di prospettive. Dopo aver analizzato l’impatto sul posizionamento degli elettori delle principali variabili sociodemografiche, si indaga più in dettaglio il posizionamento dell’elettorato delle diverse forze politiche.
Il volume presenta i risultati di una ricerca qualitativa tesa ad analizzare i percorsi lavorativi di un campione di lavoratori flessibili impiegati nell’area metropolitana torinese in diversi settori economici, con lo scopo di indagare le logiche che ne caratterizzano le traiettorie, attingendo ad elaborazioni teoriche sviluppate nell’ambito dei career studies, dell’analisi dei corsi di vita, della network analysis (rapporto tra reticoli e risorse sociali e ricerca di lavoro) e degli studi sulla relazione tra costruzione dell’identità ed occupazione.
I risultati delle elezioni italiane del 4 marzo 2018 hanno confermato la trasformazione del sistema politico italiano in quello che può essere considerato come un tripolarismo imperfetto (Diamanti, 2016), con due poli maggiori rappresentati da centrodestra e M5S, e, più arretrato, il centrosinistra. Come sottolineato da Oesch e Rennwald (2018, p.1), il tripolarismo sembra essere una prerogativa degli spazi politici nazionali in Europa a partire dagli anni 2000, benché ci si sia arrivati seguendo ritmi diversi. Caratteristico di questi sistemi politici, secondo gli autori, è che: “I due poli dominanti del XX secolo, i partiti di sinistra e del centro-destra, sono confrontati da un terzo polo costituito dalla destra radicale”. In linea con un dibattito che pare ravvivarsi nella letteratura sul ritorno del voto di classe e sull’importanza delle fratture sociali (Evans e Tilley 2017), o cleavage, i tre poli sarebbero in competizione tra di loro per ottenere il supporto di specifici settori occupazionali. Questa competizione sarebbe strutturata intorno a due principali linee di conflitto, una culturale ed una economica, in linea con quanto già sostenuto da Kitschelt (1995). Questa conformazione sembra parzialmente corrispondere alla situazione italiana, con due importanti fattori di divergenza per quanto riguarda il sistema partitico: (i) il partito più facilmente identificabile con la famiglia politica della “destra radicale”, la Lega, è parte integrante della coalizione di centrodestra e (ii) è presente la questione della difficile collocazione del M5S nell’ambito delle principali famiglie politiche europee. Se, pertanto, il sistema politico italiano sembra da un lato seguire un percorso simile ad altri sistemi politici dell’Europa occidentale, lo fa con caratteristiche peculiari. In questo quadro di similitudini e differenze rispetto al resto del continente, un tema chiave appare l’esistenza (o meno) di cleavage socio-economici intorno ai quali si sarebbe strutturato il voto. Con questo contributo intendiamo analizzare il voto del 4 marzo concentrando l’attenzione sul fronte della ‘domanda’ politica. L’obiettivo è dunque di fornire un quadro preliminare dello spazio politico italiano uscito dalla Grande Recessione. Per farlo, trattiamo due elementi connessi, ma distinti: (i) le differenze nelle preferenze di voto tra le diverse categorie sociali, con una particolare attenzione al ruolo giocato dalla condizione occupazionale, e (ii) il posizionamento delle stesse rispetto ai principali temi della campagna elettorale. A questo scopo, esponiamo i risultati di un’analisi condotta su un dataset risultante da un sondaggio realizzato da Quorum per SKYTG 24 nei giorni immediatamente precedenti
This article explores the differences in radical right parties’ voting behaviour on economic matters at the European Parliament. As the literature highlights the heterogeneity of these parties in relation to their economic programmes, we test whether divergences survive the elections and translate into dissimilar voting patterns. Using voting records from the seventh term of the European Parliament, we show that radical right parties do not act as a consolidated party family. We then analyse the differences between radical right parties by the means of different statistical methods (NOMINATE, Ward’s clustering criterion, and additive trees) and find that these are described along two dimensions: the degree of opposition to the European Union and the classical left–right economic cleavage. We provide a classification of these parties compromising four groups: pro-welfare conditional, pro-market conditional, and rejecting. Our results indicate that radical right parties do not act as a party family at the European Parliament. This remains true regardless of the salience of the policy issues in their agendas. The article also derives streams for future research on the heterogeneity of radical right parties.
Cet article décrit et analyse les résultats de l’élection italienne du 4 mars 2018 du point de vue de la géographie électorale. En particulier, nous soulignons l’hétérogénéité de la distribution des voix aux principales forces politiques et évoquons l’apparition d’un système politique tripolaire mais imparfait avec deux pôles majeurs (centre-droit et M5S) et un pôle non-compétitif, le centre-gauche. Pour mieux comprendre les caractéristiques territoriales de ces trois pôles, nous observons la relation entre distribution des préférences électorales et distribution des variables sociales et identifions les éléments décrivant ces trois Italies : (i) le pays des petites villes du Nord, à hégémonie liguiste, (ii) l’Italie des grandes villes et des quartiers centraux, où c’est le centre-gauche à gagner, et finalement (iii) les régions pauvres du Sud, des zones de nouvelle installation du M5S.
In this article we describe and analyse the results of the Italian General Election of March 4, 2018. In particular, we focus on the geographical differences in the scores distribution of the main political forces. We argue that, from this point of view, Italy appears as a tripolar-but-imperfect political system with two major poles (centre-right and M5S) and a non-competitive pole, the centre-left. We then observe the relationship between the distribution of electoral preferences and the distribution of a series of socio-demographic variables, in order to identify the main elements describing these “three Italies”: (i) the country of the small northern cities, with ‘leghista’ hegemony, (ii) an Italy made of large and well-educated urban areas, which votes for the centre-left, and finally (iii) the poor regions of the South, newly acquired areas for the M5S.
Il capitolo presenta metodologia e risultati di una vasta indagine di follow up condotta sui beneficiari degli interventi formativi realizzati in Valle d’Aosta a favore dei disoccupati nel quadro delle politiche del lavoro regionali, rilevando esiti occupazionali e valutazione del servizio formativo fruito degli intervistati e contribuendo in questo modo alla definizione degli indicatori di valutazione delle politiche attive del lavoro regionali in occasione della conclusione del programma pluriennale regionale.
Il contributo presenta i risultati dell’analisi del contenuto condotta su repertori testuali costituiti dalle consegne degli insegnanti agli allievi trascritte da questi ultimi sui loro quaderni nell’arco di 120 anni di scuola elementare valdostana, con la finalità di rilevare le occorrenze di gruppi di lemmi che si richiamano direttamente ed esplicitamente al concetto di lavoro.
La serie storica delle frequenze con cui questi lemmi ricorrono nei testi, strutturata in periodi ventennali dal 1881 al 2000, è stata confrontata, allo scopo di interpretarne l’andamento nel tempo, con i programmi didattici della scuola elementare italiana, a loro volta contestualizzati storicamente.
Dalla comparazione tra programmi didattici e consegne dei maestri agli allievi emerge, sebbene nel quadro di un’analisi a carattere esplorativo, una costante tendenza degli insegnanti, nel corso del più che secolare periodo considerato, a conformarsi alle indicazioni dei programmi didattici. Si segnala infatti una apprezzabile corrispondenza tra la rilevanza attribuita al concetto di lavoro nei programmi didattici (secondo l’analisi pubblicata da Marco Civra nel 2002) e la frequenza delle occorrenze dei lemmi ad esso relativi riscontrata nelle consegne degli insegnanti presenti nei quaderni CoDiSV.
Da questo punto di vista l’archivio CoDiSV può svolgere la funzione di utile, concreta e paradigmatica risorsa didattica per sviluppare la consapevolezza, negli studenti delle scuole superiori in cui si insegnano le scienze sociali, del rapporto che lega il livello microsociale dell’interazione interpersonale (e nello specifico la relazione pedagogica tra socializzanti e socializzati nelle istituzioni scolastiche) con quello macro delle istituzioni politiche nazionali, nell’ambito delle quali le classi dirigenti elaborano e implementano progetti di riproduzione o di cambiamento del sistema sociale.
The article analyzes the nature of teaching and learning processes developed by teachers of Aosta Valley by checking the presence of transmissivistes or constructivist orientations and trying to investigate the differences in the approaches of teachers in mathematics and scientific disciplines. The data used are from the PRISMA research, conducted by the Department of superintendent of schools of the Autonomous Region Aosta Valley and Aosta Valley University by a survey administered to all primary school teachers and secondary first degree in the area.
The analysis measures the transmissivity or constructivist orientation that teachers may have developed from the scale attitude offered by TALIS (Teaching and Learning International Survey, OECD 2008). Using factor analysis, based on the answers to these points, two factors were extracted, related to the concepts of constructivism and transmissivisme. The factorial scores were then used to verify the existence of different approaches between teachers of mathematics in relation to other disciplines in the different levels of education.
Estratto
Lo studio oggetto della pubblicazione è stato presentato al convegno internazionale del CIEAEM (The International Commission for the Study and Improvement of Mathematics Teaching tenutosi ad Aosta dal 20 al 24 luglio 2015 dal titolo “TEACHING AND LEARNING MATHEMATICS: RESOURCES AND OBSTACLES – ENSEIGNER ET APPREND RE LES MATHEMATIQUES:
RESSOURCES ET OBSTACLES”
Der Band umfasst systematische Analysen der Verbändelandschaften und der Interessengruppen in 27 europäischen Ländern sowie der Europäischen Union. Die einzelnen Beiträge untersuchen die historische Entwicklung, die rechtlichen Grundlagen, die Strukturen des jeweiligen nationalen Interessenvermittlungssystems sowie die Beziehungen der Verbände zu den wichtigsten politischen Institutionen. Das Werk vermittelt Grundinformationen über die nationalen Systeme funktionaler Interessenvermittlung, deren Bedeutung, Strukturen und Entwicklungen und liefert somit Material für zwischenstaatliche Vergleiche.
Das Kapitel über den italienischen Fall analysiert und schlägt ein Modell für die Interpretation der Beziehungen zwischen den Verbänden und Politik
Il volume contiene un’analisi sistematica dei rapporti tra le associazioni e le organizzazioni di rappresentanza degli interessi in 27 paesi europei e l’Unione europea. I singoli contributi sui casi nazionali esaminano lo sviluppo storico, il quadro giuridico, le strutture del sistema nazionale di rappresentanza degli interessi e il rapporto delle associazioni con le istituzioni politiche più importanti. L’opera fornisce informazioni sui sistemi nazionali associativi e di rappresentanza degli interessi, sul significato, sulla struttura e sul loro sviluppo e fornendo così materiale per comparazioni tra i paesi UE.
Il capitolo sul caso italiano analizza e propone un modello interpretativo sui rapporti tra l’associazionismo e il sistema di organizzazioni degli interessi economici e la politica dall’Unità d’Italia all’attuale “Seconda Repubblica”
The research applied a sequence analysis method to study transition to adulthood with Ilfi (Longitudinal Survey of Italian Families) data panel, considering sequences of relevant events of different spheres of life in middle classes compared with blue-collar class and upper class.
La ricerca pubblicata nel capitolo applica un metodo di analisi delle sequenze per studiare la transizione alla vita adulta con i dati panel dell’Ilfi (Indagine longitudinale delle famiglie italiane), considerando sequenze di eventi rilevanti relativi a differenti sfere di vita degli intervistati appartenenti alle classi medie, alla classe operaia e alla classe superiore.
The chapter discusses social inequalities structure after the age of organized capitalism and, in particular, the question of the difficulty of the middle classes to reproduce their social-economic status.
In this sense, it address the thesis of the crisis of middle class society in the current post-Fordist capitalism.
It analyzes the dinamic conditions of intermediate employment positions in Italy and the respective new strategies of the middle classes members to reproduce their position in the face of crisis.
Il capitolo affronta il tema dell’evoluzione della struttura delle diseguaglianze sociali dopo l’età del capitalismo organizzato e, in particolare, la difficoltà delle classi medie di riprodurre il loro status socioeconomico.
The subjectivity of non standard worker and the consensus issue related to new forms of employment relations
The debate on new forms of flexible employment relations is characterised by different point of view on the interpretation of this phenomenon, on its causes and effects. Are we facing a withdrawal of employment social conditions? Is it just a contingent situation that involves mainly the beginning of individual careers? Or is it an expression of a new way of living and conceiving work, leading to new opportunities of professional self-fulfillment? This essay tries to give an answer to these questions.
La soggettività del lavoratore flessibile e il problema del consenso alle nuove forme di lavoro.
Il dibattito sulle nuove forme di lavoro flessibile è caratterizzato da differenti interpretazione del fenomeno, delle sue cause e dei suoi effetti. Siamo di fronte ad un peggioramento delle condizioni di lavoro sociali? E’ solo una situazione contingente che coinvolge principalmente l’inizio delle carriere individuali? O è l’espressione di un nuovo modo di vivere e di concepire il lavoro, portando a nuove opportunità di autorealizzazione professionale? Questo saggio cerca di dare una risposta a queste domande.
Nella fase fordista di produzione, Pirelli ha rappresentato un modello di relazioni industriali aziendali di tipo cooperativo, un vero e proprio paradigma di concertazione negoziata che è stato ripetutamente contrapposto a quello conflittuale proprio di altri grandi gruppi industriali italiani.
Con la crisi di quel modello di produzione, il gruppo milanese ha dovuto impegnarsi, alla stregua di ogni altra azienda, in profonde trasformazioni per effetto delle accresciute spinte competitive determinate dal cambiamento tecnologico e organizzativo, dall’evoluzione dei mercati, dalla globalizzazione dell’economia.
Pirelli si presenta attualmente come uno dei pochissimi grandi gruppi privati che hanno fatto la storia industriale di questo paese ad essere riuscito a sostenere la sfida della globalizzazione. È quindi di estremo interesse comprendere come si sia trasformato, sotto la pressione del cambiamento che ha investito ad ogni livello impresa e lavoratori, un modello di relazioni industriali cooperative di riconosciuto successo.
Il volume ricostruisce l’evoluzione del gruppo milanese e del suo sistema di relazioni industriali a partire dalla metà degli anni ottanta, ovvero dal periodo in cui vengono definitivamente meno i principali fattori strutturali che avevano reso possibile l’originale esperienza della “coalizione dei produttori”, per concentrare infine l’analisi sui nodi critici che l’attore sindacale ha dovuto e deve attualmente affrontare, e sulle risposte che a essi ha dato e che dovrà dare per sostenere anch’esso con successo la sfida del cambiamento.
The Pirelli “Coalition of Producers” Concertative Model and the Challenge of Economic globalization. An Analysis of the Strategic Role of Information in Bargaining Processes.
The Analysis of industrial relation in Pirelli, an italian multinational company, reveals a dramatic weakening of bargaining power of the strong and well organized company union over the last 20 years about plant localization company strategy, traditionally an important matter of concertative practices. Since Pirelli exploited the liberalization of international markets to a very limited extent for transferring its production activities to countries with lower labor cost, I consider the hypothesis the weakening of union bargaining power is partly imputable to growing informative asimmetry between parties, effect of an increased complexity and changeableness of the environment. In fact, Pirelli case-study shows that company management has a remarkable congnitive advantage over union about evironmental context knowledge and exploits it in bargaining process sistematically. A discussion about the strategic role of information in bargaining process supports the analysis.
Das System funktionaler Interessenvermittlung in Italien zeichnet sich dadurch aus, daß zwischen den beiden wichtigsten politischen Subkulturen — der katholischen und der linken — und den Verbänden enge Verflechtungen existieren, die bei der Verbreitung und der Verfestigung der beiden politischen Identitäten eine zentrale Rolle spielten. Das aktuelle italienische Verbändesystem ist jedoch keineswegs ausschließlich aus seinen Bindungen an diese beiden Subkulturen zu erklären, sondern auch aus den politischen und kulturellen Umwälzungen der 60er und 70er Jahre, in denen die Friedensund die Umweltschutzbewegung sowie neue kulturelle und Freizeitvereinigungen entstanden.
Il volume include un’analisi dei sistemi associativi in 18 paesi dell’Europa Occidentale e dell’Unione europea, fornendo il materiale per la comparazione tra stati. I singoli contributi esaminano lo sviluppo storico, la base giuridica, le strutture del rispettivo sistema associativo nazionale e le relazioni delle associazioni con le istituzioni politiche.
Il volume tratta del processo di riforma delle Ferrovie dello Stato dalla prima metà degli anni ottanta alla fine degli anni novanta. Una storia avviata in un clima lieve di ingiustificato ottimismo, ma presto trasformata in cupo circolo vizioso, anzi, in una intricata catena di circoli viziosi. A partire dal punto di osservazione del compartimento di Milano, e sulla base di due ricerche empiriche promosse dal sindacato dei trasporti della cgil della Lombardia, La riforma infinita tratteggia le logiche d’azione dei molti protagonisti di questa storia mettendo in evidenza le difficoltà di ritrovare un collante che tenga assieme il tutto una volta che, con la riforma del 1985, viene rotta la logica del modello precedente – ridondante e rigido, ma dotato di una sua coerenza – di governo del sistema. E l’esplorazione finisce per trasformarsi in un’interrogazione sui vincoli, i costi, le possibilità di rinnovare radicalmente le grandi organizzazioni di servizio; vale a dire di quelle organizzazioni il cui buon funzionamento non dipende solo dall’individuazione delle soluzioni tecnicamente corrette e dalle condizioni d’impiego del lavoro economicamente adeguate, ma necessariamente anche dal grado di consenso e dalle valutazioni di equità d’insieme da parte dei vari segmenti che ne compongono il sistema.
Ultima revisione: 12/12/2021 |
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