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E’ Professore Associato nel settore scientifico disciplinare M-PSI/04 Psicologia dello Sviluppo e Psicologia dell’Educazione dal 2011 presso l’Università della Valle d’Aosta, dove è entrato in ruolo come Ricercatore dal 2003. Insegna attualmente Psicologia dell’Educazione e nell’EPG di Psicologia dell’Apprendimento e tecnologie digitali nel Corso di Studi di Scienze e tecniche psicologiche. E’ Delegato rettorale all’Assicurazione alla Qualità, E-learning e tecnologie digitali applicate alla didattica. La sua attività di ricerca è rivolta principalmente allo studio di ambienti di apprendimento collaborativo supportati da tecnologie digitali, apprendimento cooperativo, senso di comunità in contesti di apprendimento, motivazione ad apprendere, feedback tra pari. Su questi temi è autore di numerose pubblicazioni su riviste a livello nazionale ed internazionale.
1. Curriculum accademico-didattico | Stefano Cacciamani è docente universitario nel Settore Scientifico Disciplinare M-PSI/04-Psicologia dello Sviluppo e Psicologia dell’Educazione all’Università della Valle d’Aosta, dopo essere stato Ricercatore presso lo stesso Ateneo.
Insegna attualmente Psicologia dell’Educazione ed è docente per l’EPG di Psicologia dell’Apprendimento e tecnologie digitali nel Corso di Studi di Scienze e tecniche psicologiche. Insegnamenti presso altri Atenei: E’ stato docente incaricato presso l’Università di Neuchâtel (CH) per l’insegnamento “Environnements d’apprentissage et technologies numériques” a.a. 2015-16 e 2016-17. |
2. Formazione accademica | Laureato in Psicologia all’Università “La Sapienza” di Roma
Perfezionamento in Psicologia e Giurisdizione Minorile presso il Corso di Perfezionamento della Facoltà di Psicologia di Roma diretto dal prof. G. De Leo- a.a. 1991-1992. Perfezionamento in Psicopatologia dell’apprendimento presso il Corso di perfezionamento della Facoltà di Psicologia-Università di Padova diretto dal prof. Cesare Cornoldi- a.a. 1994-1995 Ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Psicologia dello Sviluppo e dei Processi di Socializzazione all’Università degli Studi di Padova. e ha collaborato fra il 2002 e il 2003 in qualità di borsista di ricerca con il Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione sempre dell’Università di Padova. Periodi di studio all’estero: Durante il Dottorato è stato Visiting educator all’Ontario Institute for Studies in Education-OISE (Università di Toronto). Periodo: settembre-novembre 1999 |
3. Interessi scientifici | All’interno degli ambiti di ricerca generali del suo Settore, si è occupato e si occupa principalmente di ambienti di apprendimento collaborativo supportati da tecnologie digitali, apprendimento cooperativo, senso di comunità in contesti di apprendimento, motivazione ad apprendere, feedback tra pari.
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4. Altre attività connesse con la ricerca: gruppi di ricerca (PRIN e altro), collaborazione con riviste o collane, ecc. | Nel 2017-18 ha partecipato al progetto di ricerca: “Il successo accademico per gli studenti universitari: fattori associati e possibili interventi”, nell’ambito del progetto “FAR 2- Formazione alla ricerca 2”, finanziato attraverso il Piano Giovani della Regione Autonoma Valle d’Aosta
Nel 2016 ha partecipato al gruppo di ricerca sullo studio dell’accettazione del tablet nella scuola secondaria di primo grado, con colleghi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano E’ stato membro del progetto PRIN 2005 “Modelli psicologici, pedagogici e sociali per l’apprendimento e la valutazione in comunità di pratica virtuali” e del progetto PRIN 2007 “Identità digitali e comunità virtuali, professionali e formative” Dal 2003 ha collaborato con la rete internazionale di ricercatori promossa dall’Institute for Knowledge Innovation and Technology (IKIT) dell’Università di Toronto e focalizzata sull’attività di ricerca sul modello Knowledge Building (Per approfondire-Intervista al prof. Stefano Cacciamani) E’ co-direttore di Qwerty, rivista interdisciplinare di tecnologia, cultura e formazione, promossa dall’Associazione Collaborative Knowledge Building Group. E’ stato Consulente editoriale (ad-hoc referee) per le riviste: -Rassegna di Psicologia -Bollettino di Psicologia Applicata -Psicologia dell’Educazione della Formazione -Qwerty -Journal of Educational Computing Research -Psicologia dell’educazione -The Internet and Higher Education -Ricerca-Azione -Giornale di Psicologia dello Sviluppo -Tecnologie Didattiche -Computers and Education -Journal of Theories and Research in Education -Psicologia Clinica dello Sviluppo -Educational Research Review -British Journal of Educational Technology -Giornale Italiano di Psicologia -Frontiers in Psychology -Learning, Culture and Social Interaction |
5. Cariche accademiche (UniVdA o altro) | Nell’Ateneo ricopre attualmente la carica di Delegato rettorale all’Assicurazione alla Qualità, E-learning e tecnologiedigitali applicate alla didattica.
E’ stato Referente della Sezione di ricerca di Psicologia del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università dela Valle d’Aosta dall’a.a. 2012-13 all’a.a. 2016-17 E’ membro del Collegio dei Docenti del Corso di Dottorato di ricerca in “Psicologia”, incardinato presso il Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali dell’Università degli Studi di Parma, dall’ 01-11-2017 a oggi. |
6. Esperienze professionali/cariche esterne | E’ Presidente dell’Associazione Collaborative Knowledge Building Group ed è stato membro del Comitato Esecutivo dell’Associazione Italiana di Psicologia-Sezione Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione.
E’ stato componente del Gruppo di lavoro del Progetto “Counseling”, con funzioni di progettazione, monitoraggio e valutazione delle attività del servizio. Il progetto, rivolto a studenti universitari e di scuola secondaria superiore è stato promosso dall’Università della Valle d’Aosta nell’ambito del Piano Giovani 2013-15 della Regione Autonoma Valle d’Aosta. E’ stato membro del gruppo di monitoraggio per l’Università della Valle d’Aosta del progetto “Sostegno alle persone anziane e vulnerabili mediante l’adozione di soluzioni innovative”, che ha previsto la promozione dell’utilizzo del tablet con persone over 65 con finalità di inclusione sociale. Il progetto è stato finanziato dal programma di cooperazione territoriale europea Italia -Svizzera, promosso dall’Assessorato alla Sanità, Salute e Politiche Sociali della Regione Valle d’Aosta in partnership con il Canton Ticino- incarico conto terzi (a.a. 2013-2014) |
7. Altro | Iscritto all’Albo degli Psicologi dell’Ordine della Regione Veneto. N.2202 del 9.02.95
E’ membro delle seguenti società scientifiche: AIRIPA (Associazione Italiana per la Ricerca sulla Psicopatologia dell’Apprendimento) AERA (American Educational Research Association) AIP (Associazione Italiana Psicologia-sezione Sviluppo Educazione) CKBG (Collaborative Knowledge Building Group) EARLI (European Association for Research on Learning and Instruction) ISLS (International Society for Learning Sciences) APA (American Psychological Association (APA) KBI (Knowledge Building International) |
Tra i fattori che possono promuovere il benessere nel contesto scolastico ed universitario e prevenire situazioni di disagio, fallimento ed abbandono possiamo individuare, a livello motivazionale il possesso di una teoria incrementale dell’intelligenza, e a livello relazionale, lo sviluppo di un senso di comunità rispetto alla classe o al gruppo del corso universitario di appartenenza.
Riguardo al primo fattore Carol Dweck (1999) ha individuato due teorie personali relative all’intelligenza: la prima (entity theory) concepisce l’intelligenza come un insieme di competenze su base innata, fisso e difficilmente modificabile, la seconda (incremental theory) come una dotazione di competenze suscettibile di sviluppo nel tempo, grazie alle esperienze di apprendimento. Gli studi nel settore (Dweck e Legget, 1988; Cain e Dweck, 1995; Hong, Chiu, Dweck, Derrick, Lin, & Wan, 1999) hanno individuato due principali schemi motivazionali collegati a tali teorie personali. Il primo schema, più adattivo, associa alla teoria incrementale dell’intelligenza un orientamento all’apprendimento in termini di obiettivi di padronanza: ci si impegna in un compito per il reale interesse a diventare competente e si reagisce agli eventuali fallimenti aumentando il proprio livello di impegno. Il secondo schema, meno adattivo, associa alla concezione entitaria dell’intelligenza, obiettivi di apprendimento di prestazione: il soggetto è interessato ad ottenere valutazioni positive e ad evitare valutazioni negative da insegnanti, genitori e compagni, ed interpreta eventuali errori come la dimostrazione di scarsa capacità; il fallimento è quindi percepito come irreversibile e non modificabile (“impotenza appresa”). La questione di ricerca legata a tale fattore riguarda la relazione tra teoria personale dell’intelligenza di tipo incrementale e qualità delle relazioni in classe e livello di inclusione scolastica.
Il secondo fattore di promozione del benessere è il senso comunità, un costrutto che ha ricevuto negli ultimi trent’anni un considerevole interesse in letteratura. Per “senso di comunità” si intende la percezione di similarità e di forte interdipendenza che si sviluppa tra i membri di un gruppo e la sensazione di fare parte di un gruppo affidabile e stabile in cui i singoli sono disponibili a fare per gli altri ciò che ci si aspetta da loro (Davidson e Cotter, 1991; Sarason, 1986). Secondo il modello di McMillan e Chavis (1986), il più frequente riferimento teorico per le ricerche in questo ambito, il senso di comunità comprende quattro dimensioni distinte in relazione fra loro: 1) Appartenenza, 2) Influenza reciproca membro-gruppo; 3) Integrazione e appagamento dei bisogni; 4) Condivisione emotiva. Diverse ricerche mostrano che, in ambito scolastico ed accademico, il senso di comunità percepito è positivamente associato con il successo accademico e la motivazione ad imparare (Battisch, Solomon, Watson, e Shaps, 1997) e negativamente associato con comportamenti antisociali, isolamento e abbandono prematuro degli studi (Bateman, 2002; Royal e Rossi, 1996). Le persone che fanno esperienza di un forte senso di comunità con i propri compagni di un corso on line si giudicano sostenute a livello emozionale e percepiscono livelli elevati di supporto e connessione sociale (Fisher, Sonn e Bishop, 2002). La questione di ricerca collegata a questo secondo fattore riguarda la relazione tra senso di comunità e livello di partecipazione in un corso on line.
Obiettivo A analizzare la relazione tra teoria personale dell’intelligenza di tipo incrementale, qualità delle relazioni in classe e livello di inclusione scolastica.
Obiettivo B: analisi della relazione tra senso di comunità percepito da partecipanti di un corso on line, con riferimento al modello di Mc Millan e Chavis ed il livello di partecipazione in un corso on line
Tipologia Progetti di Ateneo
Dipartimento / Facoltà Facoltà di Psicologia
Tra i fattori associati al successo universitario sono citati in letteratura l’autoregolazione dell’attività di apprendimento ed il senso di comunità.
L’autoregolazione rende capaci le persone di funzionare efficacemente nelle attività quotidiane, così come di acquisire la conoscenza e le abilità necessarie per aver successo a scuola, all’università e nel mondo del lavoro. Il costrutto di “apprendimento autoregolato” indica un insieme di processi che modulano fattori cognitivi, affettivi e comportamentali e consentono ad un individuo di raggiungere un obiettivo di apprendimento, che rappresenta il livello di riuscita desiderato. Questa definizione, sostengono Sitzmann e Ely (2011), contiene gli elementi centrali dei molti modelli che sono stati recentemente costruiti su questo tema: considera un comportamento diretto ad un obiettivo, la cui definizione attiva la possibilità di controllo sul comportamento e include processi multipli di natura cognitiva ed affettiva che operano in sintonia.
Nella Psicologia dell’Educazione due recenti modelli teorici dell’apprendimento autoregolato sono diventati punti di riferimento per la ricerca, sviluppati rispettivamente da Barry Zimmerman (2000) e da Paul Pintrich (2000). Zimmerman (2002) ha proposto un modello sociocognitivo basato sul lavoro di Bandura (1986; 1997) ed ha individuato tre fasi cicliche dei processi di autoregolazione dell’apprendimento che ha definito Previsione (Forethought phase), Prestazione (Performance phase) e Auto-riflessione (Self-reflection phase). Pintrich (2000) ha sviluppato un ulteriore modello che descrive i processi autoregolativi in quattro fasi: 1. Anticipazione, pianificazione e attivazione; 2. Monitoraggio; 3. Controllo; 4. Reazione e riflessione e, per ogni fase, indica quattro possibili aree di autoregolazione: a. Cognizione, b. Motivazione; c. Comportamento; d. Contesto. Il modello non presume che tutte le fasi siano linearmente ordinate ma possono svolgersi in ogni momento durante il lavoro su di un compito. Ci sono, inoltre, situazioni nelle quali chi apprende può impegnarsi in qualcuna ma non in tutte le fasi che sono, inoltre, interattive nel senso che chi apprende può impegnarsi simultaneamente in più di una di esse.
Il secondo fattore qui considerato è il senso comunità, un costrutto che ha ricevuto negli ultimi anni un nuovo interesse sia nei contesti scolastici che nella formazione on line. Per “senso di comunità” si intende la percezione di similarità e di forte interdipendenza che si sviluppa tra i membri di un gruppo e la sensazione di fare parte di un gruppo affidabile e stabile in cui i singoli sono disponibili a fare per gli altri ciò che ci si aspetta da loro (Davidson e Cotter, 1991; Sarason, 1986).Secondo il modello di McMillan e Chavis (1986), il più frequente riferimento teorico per le ricerche in questo ambito, il senso di comunità comprende quattro dimensioni distinte in relazione fra loro: 1) Appartenenza, 2) Influenza reciproca membro-gruppo; 3) Integrazione e appagamento dei bisogni; 4) Condivisione emotiva. Diverse ricerche mostrano che, in ambito scolastico ed accademico, il senso di comunità percepito è positivamente associato con il successo accademico e la motivazione ad imparare (Battisch, Solomon, Watson, e Shaps, 1997) e negativamente associato con comportamenti antisociali, isolamento e abbandono prematuro degli studi (Bateman, 2002; Royal e Rossi, 1996). Le persone che fanno esperienza di un forte senso di comunità con i propri compagni di un corso on line si giudicano sostenute a livello emozionale e percepiscono livelli elevati di supporto e connessione sociale (Fisher, Sonn e Bishop, 2002).
I due fattori in letteratura sono stati studiati separatamente. Mancano studi che abbiano affrontato l’analisi delle loro relazione. Allo stesso modo, in particolare per i corsi on line rari sono gli studi che analizzano come promuovere lo sviluppo del senso di comunità.
2.Obiettivi:
Obiettivo A analizzare la relazione tra autoregolazione e senso di comunità in studenti universitari di diversi anni di corso
Fasi:
– individuazione adattamento degli strumenti per la rilevazione delle variabili a partire dal QAS di Moè e De Beni e dalla Scala del Senso di Comunità di Rovai
-studio pilota per testare gli strumenti
-raccolta dati su coorti di studenti del 1° 2 e 3° anno
-analisi dati
-stesura report/pubblicazione risultati
Le ricadute di questo primo obiettivo possono interessare:
Obiettivo B: analisi della relazione tra senso di comunità percepito da partecipanti di un corso on line e l’assunzione di ruoli all’interno di un corso on line
Fasi:
-studio pilota per testare gli strumenti
-implementazione di corsi on line con e senza assunzione di ruoli per rilevare gli effetti sul senso di comunità
-analisi dei dati
-stesura report/pubblicazione risultati
Le ricadute di questo obiettivo possono riguardare:
Tipologia Progetti di Ateneo
Sezione Facoltà di Psicologia
Dipartimento / Facoltà Dipartimento di Scienze umane e sociali
1. Quadro settoriale
Tra i fattori che sembrano assicurare il successo nell’apprendimento sono stati in anni recenti considerati l’autoregolazione dell’attività di studio e la capacità di sviluppare un senso di comunità rispetto al contesto di apprendimento.
L’ “autoregolazione”, costrutto spesso declinato in letteratura in termini di “apprendimento autoregolato”, indica un insieme di processi che modulano fattori cognitivi, affettivi e comportamentali e consentono ad un individuo di raggiungere un obiettivo di apprendimento. Questa definizione, sostengono Sitzmann e Ely (2011), contiene gli elementi centrali dei molti modelli che sono stati recentemente costruiti su questo tema: considera un comportamento diretto ad un obiettivo, la cui definizione attiva la possibilità di controllo sul comportamento e include processi multipli di natura cognitiva ed affettiva che operano in sintonia. Zimmerman (2002) ha proposto un modello sociocognitivo basato sul lavoro di Bandura (1986; 1997) ed ha individuato tre fasi cicliche dei processi di autoregolazione dell’apprendimento che ha definito Previsione (Forethought phase), Prestazione (Performance phase) e Auto-riflessione (Self-reflection phase). Pintrich (2000) ha sviluppato un ulteriore modello che descrive i processi autoregolativi in quattro fasi: 1. Anticipazione, pianificazione e attivazione; 2. Monitoraggio; 3. Controllo; 4. Reazione e riflessione e, per ogni fase, indica quattro possibili aree di autoregolazione: a. Cognizione, b. Motivazione; c. Comportamento; d. Contesto. Le fasi non sono linearmente ordinate ma possono svolgersi in ogni momento durante il lavoro su di un compito.
Il “senso di comunità” è un costrutto che ha ricevuto negli ultimi anni un nuovo interesse nel contesto scolastico ma è ancora poco studiato nella formazione accademica. Esso indica la percezione di similarità e di forte interdipendenza che si sviluppa tra i membri di un gruppo e la sensazione di fare parte di un gruppo affidabile e stabile in cui i singoli sono disponibili a fare per gli altri ciò che ci si aspetta da loro (Davidson e Cotter, 1991; Sarason, 1986).McMillan e Chavis (1986) nel loro modello articolano il senso di comunità in quattro dimensioni distinte in relazione fra loro: 1) Appartenenza, 2) Influenza reciproca membro-gruppo; 3) Integrazione e appagamento dei bisogni; 4) Condivisione emotiva. Rovai e Lucking (2000) in un modello più contestualizzato sull’apprendimento, definiscono “il senso di comunità in classe” come un sentimento che i membri hanno di appartenenza, un sentimento di reciproco interesse e verso il gruppo, il sentire di avere obblighi reciproci e verso la scuola e il possesso di aspettative condivise che i bisogni educativi dei membri saranno accolti attraverso il loro impegno su obiettivi comuni. Gli autori teorizzano quattro componenti del “senso di comunità in classe” che chiamano Spirito (sentimento di appartenenza, di identità di gruppo), Fiducia (sentimento che la comunità è affidabile), Interazione (sentimento che la vicinanza e il reciproco beneficio risultano dall’interazione con gli altri), Apprendimento (il sentimento che la conoscenza e i significati sono attivamente costruiti all’interno della comunità).
In ambito scolastico il senso di comunità percepito è positivamente associato con il successo accademico e la motivazione ad imparare (Battisch, Solomon, Watson, e Shaps, 1997) e negativamente associato con comportamenti antisociali, isolamento e abbandono prematuro degli studi (Bateman, 2002; Royal e Rossi, 1996). Le persone che fanno esperienza di un forte senso di comunità con i propri compagni di un corso on line si giudicano sostenute a livello emozionale e percepiscono livelli elevati di supporto e connessione sociale (Fisher, Sonn e Bishop, 2002).
I due fattori in letteratura sono stati studiati separatamente e rari sono gli studi che abbiano affrontato l’analisi delle loro relazione con il livello di partecipazione alla vita accademica
Obiettivi:
(indicare gli obiettivi, al raggiungimento dei quali si vuole che il progetto contribuisca, evidenziando anche i potenziali destinatari/beneficiario con particolare riguardo al contesto regionale di riferimento)
Obiettivo 1: Analizzare la relazione tra autoregolazione e senso di comunità percepito rispetto al proprio corso di laurea in studenti universitari;
Obiettivo 2: Analizzare le differenze nel senso di comunità con riferimento a diversi livelli di partecipazione alla vita accademica in studenti universitari legati a diverse condizioni (ad es. studenti frequentanti vs non frequentanti, studenti iscritti ad associazioni studentesche vs non iscritti, studenti lavoratori vs. studenti a tempo pieno…)
Obiettivo 3: Analizzare le differenze nell’autoregolazione con riferimento a diversi livelli di partecipazione alla vita accademica in studenti universitaria legati a diverse condizioni (ad es. studenti frequentanti vs non frequentanti, studenti iscritti ad associazioni studentesche vs non iscritti, studenti lavoratori vs. studenti a tempo pieno…)
Tipologia Progetti di Ateneo
Sezione Facoltà di Psicologia
Dipartimento / Facoltà Dipartimento di Scienze umane e sociali
Il costrutto “senso di comunità” fu introdotto per la prima volta da Sarason (1974) come chiave di lettura per capire i problemi più pressanti della società, il lato oscuro dell’individualismo, manifestato nell’alienazione, nell’egoismo e nella disperazione (Chiessi, Cicognani e Sonn, 2010). Tale costrutto indica la percezione di similarità e di forte interdipendenza che si sviluppa tra i membri di un gruppo e la sensazione di fare parte di un gruppo affidabile e stabile in cui i singoli sono disponibili a fare per gli altri ciò che ci si aspetta da loro (Davidson e Cotter, 1991; Sarason, 1986).
McMillan e Chavis (1986) hanno proposto un modello per descrivere il senso di comunità articolato in quattro dimensioni: 1) Appartenenza, 2) Influenza reciproca membro-gruppo; 3) Integrazione e appagamento dei bisogni; 4) Condivisione emotiva. Un modello più contestualizzato sull’apprendimento è quello sviluppato da Rovai e Lucking (2000): “il senso di comunità in classe” viene definito come un sentimento di appartenenza dei membri, di reciproco interesse e verso il gruppo, di avere obblighi reciproci e verso la scuola, nonché il possesso di aspettative condivise che i bisogni educativi dei membri saranno accolti attraverso il loro impegno su obiettivi comuni. Il modello si articola in quattro componenti: Spirito (sentimento di appartenenza, di identità di gruppo), Fiducia (sentimento che la comunità è affidabile), Interazione (sentimento che la vicinanza e il reciproco beneficio risultano dall’interazione con gli altri), Apprendimento (sentimento che la conoscenza e i significati sono attivamente costruiti all’interno della comunità).
In ambito scolastico il senso di comunità è positivamente associato con il successo accademico e la motivazione ad imparare (Battistich, Solomon, Watson, e Shaps, 1997) e negativamente associato con comportamenti antisociali, isolamento e abbandono prematuro degli studi (Battistich and Home, 1997; Bateman, 2002; Royal e Rossi, 1996). Le persone che fanno esperienza di un forte senso di comunità con i propri compagni di un corso on line si giudicano sostenute a livello emozionale e percepiscono livelli elevati di supporto e connessione sociale (Fisher, Sonn e Bishop, 2002). L’esperienza di appartenenza è associata con la preoccupazione e il rispetto per i pari e gli insegnanti, l’ accettazione per coloro che cono al di fuori della cerchia degli amici del proprio gruppo, i comportamenti altruistici e pro sociali (Watson, Battistich e Solomon; 1998; Vieno, Perkins, Smith e Santinello, 2005).
Tra gli strumenti sviluppati per misurare il senso di comunità a scuola troviamo la Classroom Community Scale di Rovai (2002) composta da due sottoscale (Connectedness and Learning ) di 10 items ciascuna.
Pur avendo negli ultimi anni ricevuto un nuovo interesse nel contesto scolastico, il senso di comunità è ancora poco studiato nella formazione accademica, con la mancanza di strumenti di analisi in Italia disponibili in tale ambito. Il presente progetto di ricerca intende contribuire a colmare tale gap.
Tipologia Progetti di Ateneo
Sezione Facoltà di Psicologia
Dipartimento / Facoltà Dipartimento di Scienze umane e sociali
Tipologia Progetti di Ateneo
Sezione Facoltà di Psicologia
Dalla letteratura di pertinenza al presente progetto si evince l’importanza di studiare il ruolo dell’interazione sociale nell’attività di costruzione di conoscenza in corsi on line negli aspetti sia qualitativi sia quantitativi (cfr. Hrastinski, 2008; Wise, Saghafian, & Padmanabhan, 2012).
L’obiettivo del presente progetto è pertanto l’analisi delle caratteristiche dell’interazione sociale in forum di corsi on line in relazione alle funzioni conversazionali che vengono messe in atto dai partecipanti nell’attività di costruzione di conoscenza, combinando un approccio qualitativo e quantitativo. Tale obiettivo concorre alla messa a punto di modelli che assicurino condizioni di partecipazione per gli studenti, contrastino il rischio di abbandono e quindi promuovano l’ efficacia nella formazione on line.
Tipologia Progetti di Ateneo
Il feedback valutativo è considerato da alcuni autori come un’informazione fornita da un agente esperto inerente aspetti della prestazione realizzata da un altro agente, e dunque come l’atto finale di un’attività di apprendimento (cfr. Hattie & Timperley, 2007). Per altri autori è invece un processo sequenziale di supporto all’attività di apprendimento nel suo svolgimento, piuttosto che una serie di eventi non integrati con essa (cfr. Cramp, 2011).
A questa distinzione tra momento finale e distinto dall’apprendimento versus processo sequenziale ed integrato all’apprendimento possiamo accostarne un’altra, che distingue il peer feedback dal peer assessment: il primo definito come un processo comunicativo in cui coloro che apprendono dialogano tra di loro relativamente alle prestazioni e agli standard richiesti in un’attività; il secondo definito come l’attribuzione di voti al lavoro o alla prestazione dei pari sulla base di criteri rilevanti (Liu e Carless, 2006).
All’idea di rendere il feedback (sia dell’esperto, sia dei pari) un processo sequenziale integrato con l’attività di apprendimento si collega un approccio metodologico chiamato “Progressive Design Method” (PDM), ispirato al modello Knowledge Building (KB) (Scardamalia e Bereiter, 2010) e definito dai seguenti principi (Cacciamani, 2017):
1. Studenti come membri di una KB Community: gli studenti sono organizzati in una KB Community e lavorano collaborativamente in team per sviluppare progetti.
2. Analisi critica di modelli teorici: gli studenti analizzano in gruppo il modello KB o altri modelli di comunità per identificare possibili vantaggi e problemi nell’ipotesi di utilizzare tali modelli nel loro progetto.
3. Analisi critica di casi: gli studenti analizzano implementazioni del modello KB o altri modelli di comunità in differenti contesti per identificare punti di forza e di debolezza di tali implementazioni e idee per migliorarle. Tale analisi serve per mettere in condizione i singoli studenti di avere modelli di riferimento sulla base dei quali fornire feed back a i progetti dei colleghi.
4. Miglioramento progressivo del progetto: l’elaborazione del progetto è organizzata in una serie di fasi che permettono ai membri di ogni team di migliorarlo progressivamente.
5. Feedback distribuito: per ogni fase il prodotto parziale creato viene condiviso in un ambiente online dove ogni membro della comunità può analizzare il progetto degli altri team e fornire un feedback, dopo aver ricevuto una indicazione dal docente sul format del feed back stesso (indicare un aspetto positivo, o un aspetto negativo, o porre una domanda, o fornire una indicazione di miglioramento).
6. Progettazione ricorsiva: dopo aver ricevuto il feedback dal docente e dai pari, ad ogni team viene dato il tempo di riflettere su di esso e introdurre cambiamenti nel proprio progetto.
L’utilizzo del peer feedback in tale metodo di lavoro può favorire l’apprendimento degli studenti, per il fatto che essi sono impegnati sia in azioni di valutazione riguardo il lavoro dei pari,in cui devono esplicitare i propri criteri di giudizio, sia in processi riflessivi relativi al proprio lavoro, sui cui hanno a loro volta ricevuto dei feed back dai colleghi (Nicol Thomson, & Breslin,2014).
Il costrutto “senso di comunità” indica la percezione di similarità e di forte interdipendenza che si sviluppa tra i membri di un gruppo, che viene percepito come affidabile e stabile ed in cui i singoli sono disponibili a fare per gli altri ciò che ci si aspetta da loro (Davidson e Cotter, 1991; Sarason, 1974).
Il senso di comunità è stato molto studiato in ambito universitario, soprattutto nel contesto nord-americano, nei corsi online, dove la mancanza di presenza fisica può determinare negli studenti sentimenti di isolamento e di disconnessione dai loro docenti, dai compagni e dal contesto universitario, con conseguente rischio di abbandono del corso (Rovai, 2002; Rovai e Wighting, 2005). Quando invece agli studenti online viene data la possibilità di creare connessioni nella comunità del corso e il senso di comunità è presente, essi sono più soddisfatti e riportano più alti livelli di apprendimento (Hsieh Chang & Smith, 2008).
Poiché la possibilità di connessione favorisce lo sviluppo del senso di comunità tra i partecipanti, appare utile indagare se una specifica modalità di interazione online, come il feed back tra pari si associa allo sviluppo del senso di comunità.
Il presente progetto avrà inoltre connessioni con il lavoro di ricerca sul senso di comunità condotto negli anni precedenti, che continuerà ad essere sviluppato per includere anche questa dimensione nel quadro degli aspetti sociali rilevanti da considerare nella messa a punto di modelli per la formazione online, blended ed in presenza
Tipologia Progetti di Ateneo
Analisi delle condizioni contestuali (stile di tutorship, attività di riflessione metacognitiva on line, attribuzione di ruoli organizzativi, livelli di partecipazione…) che influiscono sulla creazione di conoscenza e sull’apprendimento in ambienti on line.
Un modello di riferimento per questo filine di ricerca è quello del Knowledge Building sviluppato dai colleghi Carl Bereiter e Marlene Scardamalia dell’Università di Toronto.
Link utili:
Institute for Knowledge Innovation and Technology: http://ikit.org
Progetto CROSS: implementazione della KBC in Italia: http://www.educross.it
Collaborative Knowledge Building Group: http://www.ckbg.org
Analisi delle condizioni contestuali che favoriscono lo sviluppo del senso di comunità in situazioni di apprendimento sia in presenza sia nel contesto di corsi online; studio degli effetti del senso di comunità su apprendimento e motivazione ad imparare.
Versione Italiana Scala SSC_CUO Balboni et al. 8 18
Istruzioni per lo scoring SSC-CUO Balboni et al. 8 18
La Scala del Senso di Comunità in Corsi Universitari Online (SSC-CUO) può essere citata come segue:
Balboni, G., Perrucci, V., Cacciamani, S., & Zumbo, B.D. (2018). Development of a scale of sense-ofcommunity in university online courses. Distance Education, 39, 317-333. doi: 10.1080/01587919.2018.1476843
AUTORI
Giulia Balboni\ Università degli Studi di Perugia
Vittore Perrucci, Stefano Cacciamani \ Università della Valle d’Aosta
Bruno Zumbo | University of British Columbia
Effetti delle strutture di lavoro cooperativo sullo sviluppo di competenze sociali e sulla motivazione, con particolare riferimento all’ orientamento motivazionale e alla teoria personale dell’intelligenza del soggetto.
Messa a punto di training per la promozione di competenze sociali e l’assunzione di ruoli nel Cooperative Learning
Orientamento scolastico, didattica universitaria
Ultima revisione: 30/04/2021 |
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